Congratulations to Team *Buntu on the release of our Artful Aardvark 17.10, featuring all your favourite desktop environments, kubernetes 1.8, the latest OpenStack, and security updates for 9 months, which takes us all the way to our next enterprise release, Ubuntu 18.04 LTS.
A brumous development cycle always makes for cool-headed work and brisk progress on the back of breem debate.
As always, 18.04 LTS will represent the sum of all our interests.
For those of you with bimodal inclinations, there’s the official upstream Kubernetes-on-Ubuntu spell for ‘conjure-up kubernetes’ with bijou multi-cloud goodness. We also have spells for OpenStack on Ubuntu and Hadoop on Ubuntu, so conjure-up is your one-stop magic shop for at-scale boffo big data, cloud and containers. Working with upstreams to enable fast deployment and operations of their stuff on all the clouds is a beamish way to spend the day.
If your thing is bling, pick a desktop! We’ve defaulted to GNOME, but we’re the space where KDE and GNOME and MATE and many others come together to give users real and easy choice of desktops. And if you’re feeling boned by the lack of Unity in open source, you might want to hop onto the channel and join those who are updating Unity7 for the newest X and kernel graphics in 18.04.
And of course, if your thing is actually a thing with internet smarts, then it’s Ubuntu Core that will get you flying (or driving or gatewaying or routing or, well, anything your thing desires) in a snap.
It takes a booky brilliance to shine, and we celebrate brilliance in all its forms in our community. Thanks to the artists and the advocates, the brains and the documenters, the councils and yes, the crazies who find entirely new ways to contribute, Ubuntu grows and reflects the depth and breadth of free software. For many upstream projects, Ubuntu represents the way most users will enjoy their contribution to society. That’s a big responsibility, and one we take seriously. Leave the bolshy, blithe and branky BS aside, and let’s appeal to all that’s brave and bonzer as we shape the platform on which others will build.
It’s builders that we celebrate – the people that build our upstream applications and packages, the people who build Ubuntu, and the people who build on Ubuntu. In honour of that tireless toil, our mascot this cycle is a mammal known for it’s energetic attitude, industrious nature and engineering prowess. We give it a neatly nerdy 21st century twist in honour of the relentless robots running Ubuntu Core. Ladies and gentlemen, I give you 18.04 LTS, the Bionic Beaver.
I castori (Castor Linnaeus, 1758) sono un genere di roditori semiacquatici, unici rappresentanti viventi della famiglia dei castoridi (Castoridae, un tempo molto più diffusa), noti per l'abilità con la quale costruiscono dighe.
I castori sono grossi roditori, che da adulti pesano in media 16 kg, anche se ne sono stati rinvenuti alcuni di circa 40 kg, e inoltre si sa di alcune specie ormai estinte che erano grandi quasi come orsi.
In genere il castoro è lungo circa 75 cm e alto meno di 30, si tratta della seconda più grande specie di roditori esistenti al mondo dopo i Capibara.
La coda larga, piatta e coperta di scaglie, misura circa 25 cm di lunghezza; in caso di pericolo viene sbattuta sull'acqua, segnalando l'allarme; altrimenti aiuta a sostenere l'animale quando sta ritto sulle zampe posteriori e nel nuoto viene usata come timone. Il corpo del castoro è massiccio, il dorso arcuato e il collo grosso; le zampe posteriori sono palmate e tutte le dita sono munite di artigli. La pelliccia è generalmente marrone-rossiccia sul dorso e più chiara o grigiastra sul ventre.
Gli occhi sono piccoli e le narici si possono chiudere. Il cranio è massiccio, con creste pronunciate alle quali si attaccano i potenti muscoli associati alle mascelle.
I denti incisivi (due sulla mascella e due sulla mandibola), di colore giallo-arancio, sono come quelli degli altri roditori e si consumano più rapidamente sulla superficie interna, assumendo la forma di uno scalpello ben affilato, rivestito di smalto. Con questi denti il castoro può abbattere grossi alberi. Esso sceglie di solito piante con diametro del tronco compreso fra 5 e 20 cm, ma si sa di castori che hanno abbattuto tronchi del diametro di 75 cm. I castori hanno un paio di ghiandole odorifere anali che secernono una sostanza simile al muschio, chiamata castoreo e probabilmente usata per marcare il territorio.
Habitat.
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1 commenti:
Tulis commentiCastoro Bionico? Ma da il nome dell'animale è giusto ma gli aggettivi Shuttleworth dove li va a prendere?
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